Menu
FG SA studio di architettura Fabrizio Guccione Architetto Milano Varese Giardino delle Rimembranze Cimitero di Belforte Garden Landscape

Paesaggio interiore / Varese

FG SA studio di architettura Fabrizio Guccione Architetto Milano Varese Giardino delle Rimembranze Cimitero di Belforte Garden Landscape Paolo Tatavitto Betulle padiglione dispersione ceneri
© FG SA
FG SA studio di architettura Fabrizio Guccione Architetto Milano Varese Giardino delle Rimembranze Cimitero di Belforte Garden Landscape Paolo Tatavitto Betulle padiglione dispersione ceneri
© FG SA
FG SA studio di architettura Fabrizio Guccione Architetto Milano Varese Giardino delle Rimembranze Cimitero di Belforte Garden Landscape Paolo Tatavitto Betulle padiglione dispersione ceneri
© FG SA
FG SA studio di architettura Fabrizio Guccione Architetto Milano Varese Giardino delle Rimembranze Cimitero di Belforte Garden Landscape Paolo Tatavitto Betulle padiglione dispersione ceneri
© FG SA
FG SA studio di architettura Fabrizio Guccione Architetto Milano Varese Giardino delle Rimembranze Cimitero di Belforte Garden Landscape Paolo Tatavitto Betulle padiglione dispersione ceneri
© Paolo Tatavitto Design

Ambito Territoriale

Il progetto in nuce ha avuto, sin dall’inizio, una specifica attenzione alla valorizzazione dell’area.

La disposizione del giardino è stata infatti ideata con l’intento di valorizzare il sito Belforte, in cima ad una collina, creando un belvedere sulle ricche alberature presenti, verso il paesaggio circostante.

L’edificio nasce dalla forza stessa della massa muraria del cimitero preesistente, come se questa abbia la capacità di generare una onda che, diffondendosi, compenetra il paesaggio.

L’edificio è pensato per essere posizionato in uno spazio di raccoglimento, intimo, in cui muoversi lentamente, seguendo le linee curve del paesaggio progettato, in una sorta di area chiusa, protetta solo dagli alberi, in cui poter stare, muoversi, contemplare ed assecondare un bisogno di assoluto, legato al momento della cerimonia di cui si è stati partecipi.

Questo spazio aperto cambia l’immagine classica del cimitero, in cui una geometria regolare, dettata anche dalla praticità, governa i percorsi e le forme dei nostri luoghi di sepoltura.

Qui il movimento, anche se segue la forma dell’edificio per la funzione, è più libero e porta il visitatore ad arrivare al punto focale del padiglione, aperto proprio sul paesaggio e a proseguire poi in modo circolare per tornare all’entrata oppure scegliere di continuare verso l’altro punto di sosta nella parte terminale dell’area, identificato dalla presenza di un ovale e da un unico (futuro) grande frassino, albero sacro per la tradizione nordica e celtica simbolo di rinascita.

Un luogo per i morti progettato per i vivi, che possono passeggiare nei sentieri disposti ad anfiteatro verso il luogo dove si svolge la “rappresentazione” fondamentale: l’addio ai propri cari.

Il tema dell’anfiteatro è qui ricreato attraverso la disposizione di lievissimi dislivelli di circa 15 centimetri, lungo lo sviluppo longitudinale, avendo cura di evitare qualsiasi ostacolo alla mobilità di persone con limiti motori.

Ambito Ristretto

La struttura architettonica a semicerchio racchiude, con profonda attenzione all’intimità propria degli addii, l’area della dispersione delle ceneri.

Quest’area è costituita da elementi funzionali ed insieme simbolici:

  • il dispersore delle ceneri

  • la vasca cerimoniale

  • lo spazio per parenti dei defunti (area coperta per la cerimonia)

  • il muro perimetrale per le urne cinerarie

Il gesto architettonico è semplice e lieve al fine di concentrare l’attenzione sulla cerimonia stessa, senza inutili sovrastrutture.

L’intero progetto è assolutamente permeabile alle visite dei parenti dei defunti, qualsiasi limite motorio essi abbiano.

Il padiglione è contemporaneamente protezione e percorso, infatti l’arco è copertura dell’area della cerimonia, a cui offre riparo e intimità e, allo stesso tempo, è cammino di elevazione sul paesaggio sino all’oculo, che mostra la vasca d’acqua sottostante, con la valenza simbolica del viaggio della vita e del trapasso.

Allo stesso modo anche il setto verticale del padiglione, posto verso il paesaggio, ha una duplice funzione: filtro modulato tra interno ed esterno e supporto di conservazione delle urne dei defunti, nel lato rivolto al parco quasi immaginando di regalare loro una vista della natura dopo la morte.

La disposizione libera delle urne nei fori passanti, presenti nel setto, si modificherà nel tempo e porterà una dinamicità della presenza della luce all’interno dell’area delle cerimonie.

Il dispersore è collocato sul bordo della vasca cerimoniale, simile ad uno specchio grazie alla colorazione nera, tipica delle vasche paesaggistiche.

La struttura dispone di ambienti confinati atti ad alloggiare i servizi igienici ed i locali tecnici per le apparecchiature necessarie allo smaltimento delle ceneri. questa soluzione riduce anche la rumorosità delle pompe tecniche.

La scelta del colore bianco per il padiglione risponde a ragioni profondamente simboliche: infatti la rappresentazione stessa della verità assoluta di Colui che è, nella Bibbia e nelle diverse tradizioni religiose, è caratterizzata dal colore bianco; senza dimenticare che l’iniziazione cristiana e la rigenerazione dell’anima ha quale elemento fondamentale il bianco, simbolo di innocenza, purezza, iniziazione celeste e verità.

Fattibilità Tecnica

Il sistema proposto per la dispersione delle ceneri ha quale suo fulcro il dispersore. La sua forma sviluppata a partire dall’immagine della fonte battesimale consta di 2 vasche: la più piccola contenuta in una più ampia.

Il contatto dell’urna con il dispersore innesca tramite un sensore l’irrorazione con acqua di entrambe. Ai fini cerimoniali un getto d’acqua verrà immesso ai piedi del dispersore nella vasca cerimoniale ad incresparne la superficie.

Le ceneri, disperse nell’acqua della prima “ciotola” scivoleranno nella vasca sottostante per poi essere condotte in una prima vasca di raccolta; tale vasca viene temporizzata in base al numero di cerimonie per poi condurre i liquidi verso un pozzo perdente, che disperderà le ceneri disciolte nel terreno.

Questo processo è gestito da pochissime componenti tecnologiche. un sensore di movimento, una pompa, tre timer elettronici e due elettrovalvole. Queste apparecchiature verranno alloggiate nel locale tecnico per ridurne la rumorosità e per consentirne una facile manutenzione.

Materiali

Le scelte costruttive sono improntate all’uso di un numero estremamente limitato di materiali al fine di ottimizzare i costi e di massimizzare, attraverso un uso attento degli stessi, un risultato qualitativamente di pregio.

Il padiglione è in calcestruzzo bianco, che necessita solo di una capacità realizzativa precisa di una casseratura, senza ulteriori elementi accessori che presuppongano competenze costruttive evolute.

Lo stesso dicasi per gli altri materiali utilizzati che sono:

  • calcestruzzo, utilizzato, oltre che per il padiglione, per la vasca cerimoniale

  • metallo per la realizzazione del dispersore delle ceneri, delle sedute previste nell’area cerimoniale, della scala che conduce al belvedere e dei profili calandrati di contenimento dei dislivelli del giardino

  • calcestre per il pavimento dell’area cerimoniale e per tutti i percorsi del giardino.

Per quanto attiene al giardino, la scelta generale privilegia linee semplici senza troppa varietà di specie per ottenere un luogo in cui rimanere in silenzio e contemplazione, senza la distrazione di forme e colori troppo vivaci e di contrasto.

Pochi elementi quindi caratterizzano il progetto: una barriera fitta ma leggera di betulle delimita lo spazio e lo separa gentilmente dal resto della natura. La scelta è caduta su un albero dai colori chiari e dalla chioma leggera che crei un effetto di movimento delicato grazie alle foglioline piccole e vibranti. La betulla è considerata in alcune culture antiche nordiche e asiatiche albero cosmico, sacro, simbolo di saggezza e di luce, il tramite per raggiungere il cielo.

Le strisce di prato curato, alternate al calcestre dei percorsi, che degradano dolcemente verso l’edificio, diventano texture e colore oltre che pattern morbido su cui sedersi. I dislivelli permettono di osservare a quote leggermente differenti l’edificio, allontanandosi con discrezione ma usufruendo sempre di una visuale totale del sito

Il muro di confine del cimitero, che accompagna una parte del percorso circolare, viene rivestito dalla delicata ma resistente passiflora, scelta anche, come vuole la tradizione, per rappresentare la Passione di Cristo.

con

Paolo Tatavitto (industrial design e lighting design) / Micol Terzaghi (paesaggio) / Stefano Tedeschi (strutture e engineering)

con la collaborazione di Niccolò Paladini

Share This

Copy Link to Clipboard

Copy